Nematodi entomopatogeni: cosa sono e come utilizzarli nella difesa integrata

Syngenta per il florovivaismo

Abbiamo visto come i mezzi biologici, detti anche “biologicals”, rappresentino uno dei pilastri della difesa integrata delle colture. All’interno del grande gruppo dei mezzi biologici troviamo i mezzi di bio-controllo, ovvero prodotti di origine naturale utilizzati per la gestione degli stress biotici per il controllo di malattie fungine e batteriche, artropodi dannosi, nematodi e infestanti. Se vuoi approfondire questo tema ti invito a leggere questo articolo (https://www.syngenta.it/blog/syngenta-il-florovivaismo/biologicals).

I nematodi, piccoli organismi vermiformi presenti in diversi ambienti, sono conosciuti e temuti per i danni che causano alle colture agrarie. In realtà, all’interno del phylum Nematoda esistono circa 20.000 specie diverse e non tutte svolgono attività parassitarie a danno delle colture. Alcune specie, infatti, instaurano un rapporto parassitario con funghi, batteri e insetti. Questa caratteristica, come vedremo, ha dei risvolti applicativi molto interessanti nell’ambito della difesa integrata delle colture.

I nematodi specializzati nel parassitizzare gli insetti vengono denominati nematodi entomopatogeni e sono utilizzati per il controllo degli insetti dannosi su numerose colture, comprese le colture floreali e ornamentali. Le due specie maggiormente utilizzate appartengono ai generi Steinernema sp. E Heterothabditis sp.: questi nematodi sono parassiti obbligati di numerosi insetti dannosi compresi Tisanotteri, Ditteri, Lepidotteri e Coleotteri e sono naturalmente presenti in habitat diversi. La loro azione entomopatogena è, nella maggior parte dei casi, diretta contro gli stadi larvali degli insetti, i quali risultano particolarmente suscettibili agli attacchi.

nematodi entomopatogeni

L’analisi del ciclo biologico dei nematodi entomopatogeni ci può aiutare a comprendere il corretto utilizzo di questo mezzo all’interno di un programma di difesa. Innanzitutto, bisogna sapere che i nematodi entomopatogeni, all’interno delle formulazioni commerciali, si trovano sottoforma di “infective juvenile”, ovvero larve infettive di terzo stadio, le uniche che possono sopravvivere per lungo tempo in assenza di un ospite. Una volta applicati sulla coltura o nel terreno, il ciclo vitale si articola in quattro fasi che porteranno alla morte dell’insetto ospite:

  1. Penetrazione – Le larve di nematodi penetrano all’interno delle larve dell’insetto ospite, perlopiù attraverso le aperture naturali
  2. Azione entomopatogena – Una volta penetrate all’interno dell’ospite, le larve dei nematodi secernono tossine e microrganismi simbionti che in breve tempo portano alla morte dell’insetto (di solito 2 giorni)
  3. Riproduzione – I nematodi si sviluppano fino allo stadio adulto e si riproducono all’interno dell’insetto utilizzando i resti del corpo come substrato nutritivo (uno o due cicli riproduttivi)
  4. Diffusione – Le larve di terzo stadio abbandonano l’ospite e si disperdono in cerca di altri insetti 

    nematodi entomopatogeni
nematodi entomopatogeni
nematodi entomopatogeni

 

 

 

 

 

 

 

La presenza di umidità è un fattore fondamentale sia per assicurare il movimento dei nematodi (i nematodi necessitano di un film liquido per spostarsi) sia per la loro sopravvivenza dal momento dell’applicazione fino alla penetrazione all’interno dell’ospite. L’utilizzo in miscela di un ritentore idrico contribuisce notevolmente all’efficacia dell’azione entomopatogena creando delle condizioni più favorevoli all’attività dei nematodi.

I nematodi entompatogeni rappresentano quindi uno strumento utile da inserire nei programmi di difesa integrata. Per un loro utilizzo corretto ed efficace, oltre a un’approfondita conoscenza dell’insetto target, è necessario conoscere le caratteristiche biologiche e il ciclo vitale dei nematodi: questo ci permetterà di farli agire nelle condizioni ottimali e di ottenere i migliori risultati.

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Author

Alessandro Aquino
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Syngenta Italia