Il monitoraggio del tripide per una strategia di difesa preventiva

Syngenta per il florovivaismo

In serra, le colture floreali e ornamentali godono delle migliori condizioni possibili per la loro crescita: temperatura, umidità, luce, spaziatura e concimazioni sono fattori che, specialmente nelle strutture con i più alti input tecnologici, vengono controllati e regolati in base alle esigenze della coltura. Purtroppo, queste condizioni risultano ottimali anche per gran parte dei patogeni e dei parassiti che colpiscono le colture floreali e ornamentali, i quali si avvantaggiano di questa situazione per proliferare e arrecare danni alle colture. La possibilità di mantenere un ambiente ideale per la coltura per buona parte dell’anno, fa sì che i cicli biologici dei parassiti si protraggano per periodi molto più lunghi di quanto accadrebbe in condizioni ordinarie.

Tra gli insetti che comunemente attaccano le colture floreali e ornamentali, il tripide, e in particolare la specie Frankliniella occidentalis, è presente in serra per buona parte dell’anno e non è raro, soprattutto negli areali a clima più caldo, trovarla anche in pieno inverno

tripide

Il danno può presentarsi in diversi modi: scolorimento e punture di suzione su fiori e petali aperti; deformazione di gemme e capolini; puntinature sui fiori dovute all’ovideposizione. In seguito alla loro attività trofica, sulla pianta appaiono punti necrotici argentati che possono compromettere la capacità della pianta di fotosintetizzare. Inoltre, l’insetto può distorcere o arrestare la crescita dei germogli e ridurre ulteriormente il valore della pianta. L’attività dell’insetto può inoltre favorire le infezioni di botrite e la trasmissione di virosi

F. occidentalis si riproduce con grande rapidità in condizioni favorevoli. Con temperature prossime ai 25°C, il ciclo di sviluppo completo da uovo ad adulto avviene in 13-14 giorni, ma già con temperature di 15°C il tripide è attivo e capace di riprodursi. In condizioni ambientali favorevoli, il tripide svolge 5-7 generazioni all’anno, una ogni 15 giorni circa, ma potenzialmente è in grado di compierne fino a 18.

Al fine di evitare che le popolazioni di tripide si moltiplichino in maniera incontrollata, è fondamentale individuare il giusto momento in cui intervenire. Ancora una volta, il monitoraggio gioca un ruolo chiave per una strategia di difesa di successo. 

A causa delle condizioni climatiche favorevoli tipiche dell’ambiente protetto, ma anche considerando il verificarsi di inverni sempre più miti, è importante iniziare l’attività di monitoraggio in maniera tempestiva. A seconda delle differenti colture, un sistema di monitoraggio dovrebbe essere in funzione già a fine inverno: questo ci permetterà di non farci cogliere di sorpresa da improvvise variazioni delle condizioni climatiche come un inizio anticipato della primavera. 

Tra gli strumenti di monitoraggio, le trappole cromotropiche sono sicuramente tra i più diffusi e di facile utilizzo. Esse consistono di pannelli o nastri adesivi solitamente di colore giallo o blu: questi ultimi sono da preferire nel caso del monitoraggio del tripide. Grazie all’azione attrattiva del colore, i tripidi raggiungono attivamente la superficie delle trappole, venendone catturati grazie alla colla di cui sono cosparse. 

Il costante monitoraggio delle trappole e il conteggio degli individui catturati ci restituirà un’indicazione della pressione di attacco. I dati ottenuti andrebbero raccolti e analizzati periodicamente in modo da creare un database che ci consentirà di avere un quadro quanto più preciso possibile sull’andamento delle popolazioni di tripidi sia durante l’anno che nel lungo periodo, confrontando i dati relativi ad annate diverse.

È importante ricordare che le trappole cromotropiche costituiscono uno strumento di supporto e non rappresentano una soluzione risolutiva. Al loro utilizzo, infatti, dev’essere sempre affiancata un’attenta osservazione della coltura in modo da individuare eventuali focolai precoci e avere una continua visibilità del grado di suscettibilità della coltura (tessuti giovani, presenza di fiori, ecc.).

Gli accorgimenti appena descritti ci permetteranno di individuare il momento appropriato per intervenire in maniera tempestiva e con risultati ottimali. Nei prossimi articoli vedremo come comportarsi quando dal monitoraggio e dall’osservazione emerge un rischio di attacco, e quindi la necessità di intervenire con un programma di difesa.

Author

Alessandro Aquino
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Syngenta Italia