DPI, criteri per una corretta scelta dei dispositivi di protezione individuale _Parte 2

Syngenta per il florovivaismo

La pandemia da COVID-19, purtroppo, ha reso buona parte della popolazione mondiale familiare nell’uso della mascherina e dei concetti di pericolo, esposizione e rischio (di contagio).

La mascherina è uno dei più diffusi dispositivi di protezione individuale (DPI). Nel florovivaismo, così come in agricoltura e in molti altri settori, l’impiego dei DPI è una pratica comune. Tra i più utilizzati troviamo le scarpe antinfortunistiche, che proteggono i piedi dalla caduta accidentale di oggetti; ma anche i guanti e gli occhiali, indispensabili per la protezione di mani e occhi durante l’impiego di alcuni tipi di prodotti.

Ma cosa si intende esattamente per dispositivo di protezione individuale?

Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi presenti nell'attività lavorativa, suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonchè ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
Nello scorso articolo
abbiamo visto quanto è importante la protezione durante l’impiego degli agrofarmaci e qual è l’equipaggiamento minimo di protezione. Oggi vedremo in dettaglio le caratteristiche di base di ciascun dispositivo di protezione, quali operazioni compiere per rimuoverli in sicurezza, come bonificarli dalla contamizione e come conservarli correttamente.

Le tute

Le tute specifiche per la protezione del corpo da sostanze chimiche possono essere di diversa fattura e di qualsiasi materiale purchè certificate per il rischio chimico. Gli indumenti vengono classificati in sei tipi, contraddistinti da una numerazione e dai relativi pittogrammi, in funzione della prestazione offerta nei confronti degli agenti chimici pericolosi sulla base della loro condizione fisica (gassosa, solida o liquida), della quantità e della pressione.

Nel caso dei prodotti fitosanitari, gli indumenti dovranno essere caratterizzati dal tipo 3, a tenuta di getti di liquido a pressione, dal tipo 4, a tenuta di spruzzi-spray, dal tipo 5, a tenuta di particelle - polveri e dal tipo 6, a tenuta di schizzi di liquidi chimici.

Sulla base della durata di impiego le tute possono essere di tre tipi diversi:

  1. Riutilizzabili: adatte a essere decontaminate, riparate
  2. A uso limitato: impiegabili per un breve periodo di tempo (tute a uso limitato e non lavabili)
  3. Monouso: devono essere smaltiti dopo un solo impiego

I guanti

I guanti devono essere in neoprene o gomma di nitrile dotati di adeguata copertura del polso, resistenti alla penetrazione delle sostanze, resistenti all’abrasione e specifici per la manipolazione delle sostanze chimiche pericolose (3° categoria)

 

DPI, guanti protettivi

Gli stivali

  • Devono essere in materiale elastomerico (gomma) e dotati di un certo spessore
  • Devono assicurare resistenza alla penetrazione, alla permeazione e alla degradazione in relazione agli agenti chimici (requisiti relativi alle calzature impermeabili).
  • In serra devono essere dotati di lamina metallica nella suola per evitare perforazioni da chiodi o pezzi metallici.

Gli occhiali

  • Specifici per la protezione da agenti chimici, dotati di buona resistenza meccanica, a tenuta stagna o corredati di coperture laterali
  • La montatura deve essere realizzata con materiali morbidi, leggeri e adattabili alla conformazione del volto
  • Le lenti devono essere trattate per evitare l’appannamento.

 

DPI, occhilai protettivi

Le Maschere

  • Maschere a facciale pieno dotate di filtri sostituibili, che proteggono l’intero volto evitando il contatto con occhi, naso e bocca
  • Semimaschera garantisce la sola protezione delle vie respiratorie, deve essere abbinata ad altri accessori volti alla protezione delle parti rimaste scoperte, quali occhi, cuoio capelluto (anche in caso di facciale pieno) e possibilmente fronte e volto.

Maschere e semimaschere, in generale, non sono adatte a soggetti con barba e basette poiché non è sufficientemente garantita la tenuta.

DPI, Maschere protettive

Casco o sistema elettroventilato integrale

Il casco garantisce la protezione completa di testa, viso, orecchie e collo. Consente una confortevole respirazione anche sotto sforzo. È concepito in modo che vi sia un ricambio d’aria all’interno, grazie a un motore elettrico che veicola l’aria in ingresso su un sistema di filtraggio.

I filtri

La scelta del filtro, che per il rischio chimico deve obbligatoriamente essere un DPI di 3° categoria, dipende dalla combinazione tra il tipo di DPI (maschera a pieno facciale, semimaschera, casco o cabina del trattore), le caratteristiche tossicologiche del preparato, il tipo e la durata dell’attivita lavorativa.

In agricoltura la maggior parte dei filtri adatti alla protezione delle vie respiratorie contro i rischi derivanti dalla manipolazione dei prodotti chimici pericolosi usati (i riferimenti si trovano alla voce n. 8 della scheda di sicurezza che accompagna il prodotto stesso) è costituita da filtri antiparticolato o antipolvere contraddistinti con la lettera P combinati con filtri antigas e antivapori organici contraddistinti dalla lettera A. La lettera A e il colore marrone indicano che il filtro è efficace contro i gas e i vapori organici, cioe contro gli agenti chimici organici, altresi definiti aeriformi organici. Mentre la lettera P e il colore bianco stanno ad indicare la protezione nei confronti degli agenti chimici particellari come le polveri, i fumi e le nebbie, altresi definiti aerosol.

 

DPI, filtri protettivi

I DPI sono regolamentati dalla legge?

La fabbricazione e la commercializzazione dei DPI è regolata dal D.Lgs. 475/92 e successivi. I DPI devono soddisfare i seguenti requisiti:

  1. Possesso della marcatura CE e di tutte le certificazioni previste
  2. Presenza di istruzioni chiare in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile al lavoratore
  3. Adeguatezza DPI al rischio da prevenire
  4. Adeguatezza DPI alle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore

Tre categorie a seconda della gravità dei rischi da cui devono proteggere:

I DPI utilizzati in agricoltura devono essere di 3a Categoria e idonei alla protezione da rischio chimico.

Decontaminazione dei DPI

Una volta terminate le operazioni che sottopongono a rischio chimico, o in caso di contaminazione accidentale, tutti i dispositivi di protezione dovranno essere bonificati o smaltiti a seconda della loro tipologia e funzione. I DPI devono essere conservati secondo le istruzioni indicate nella nota informativa in luoghi asciutti e puliti e sostituiti in caso di rottura, abrasione o logoramento.

  • Tute pluriuso: le modalita di pulizia sono riportate nella nota informativa allegata all’indumento di protezione. Se la nota informativa consente il lavaggio, prima di esso e consigliabile stendere l’indumento al sole per facilitare la degradazione del prodotto. Dopodiche, si raccomanda di non effettuare il lavaggio contemporaneamente ad altri indumenti e di fare riferimento alle indicazioni riportate sulla nota informativa stessa.
  • Tute monouso: si tratta di tute impiegabili una sola volta o comunque per un breve periodo di tempo. Le modalita di smaltimento sono riportate nella nota informativa allegata all’indumento di protezione.
  • Guanti, stivali e occhiali: i guanti ancora indossati devono essere lavati con acqua e sapone e sfilati contemporaneamente, a poco a poco, aiutandosi con la mano piu protetta. Anche gli stivali devono essere lavati con acqua e sapone, ancora calzati. Alle stesse operazioni di lavaggio andranno sottoposti anche gli occhiali salvo altre disposizioni del fabbricante.
  • Casco e respiratori: dopo aver smontato i filtri che vanno sostituiti frequentemente seguendo le indicazioni del costruttore, è necessario lavarli accuratamente con acqua e sapone, salvo indicazioni diverse da parte del costruttore. Sulle note informative di alcune tipologie di maschere viene ad esempio consigliata l’immersione in una soluzione acquosa di ammoniaca (con rapporto acqua:ammoniaca = 4:1) o effettuare una “clorazione ossidativa” con una soluzione acquosa di ipoclorito di sodio ottenuta solubilizzando 50 grammi di varecchina commerciale non profumata in un litro di acqua, a cui deve seguire rapidamente un risciacquo in acqua corrente tiepida.

Nello schema che segue è indicata la giusta sequenza di operazioni da compiere per togliersi i dispositivi di protezione individuale in sicurezza:

DPI, buone pratiche di rimozione DPI

Dove e come devono essere conservarti i DPI?

Una volta terminate le operazioni di manipolazione degli agrofarmaci, tutti i dispositivi di protezione dovranno essere accuratamente lavati o smaltiti a seconda della loro tipologia, funzione e grado di usura.

I dispositivi di protezione devono essere conservati in luoghi asciutti e puliti e sostituiti in caso di rottura, abrasione o logoramento (seguendo le indicazioni presenti sulle etichette).

DPI

Abbiamo visto quanto è importante proteggersi per ridurre il rischio di contaminazione accidentale durante l’impiego degli agrofarmaci. Prima di iniziare un trattamento ricorda sempre di verificare lo stato di usura dei DPI e alla fine di ogni trattamento non dimenticare mai di lavarli in modo accurato e di riporli accuratamente all’interno dell’armadietto dedicato a questo scopo!

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