Difesa integrata: tra rivoluzione culturale e gestione della complessità

Syngenta per il florovivaismo

Il contesto in cui il florovivaismo opera è in continua evoluzione e i cambiamenti avvengono sempre più velocemente e con maggiore frequenza. Se da una parte gli effetti del cambiamento climatico e l’introduzione di nuovi organismi dannosi rendono il lavoro dei florovivaisti più difficoltoso, allo stesso tempo la disponibilità di soluzioni efficaci per contrastare tali avversità è limitata. Inoltre, le richieste sempre più stringenti del mercato e i conseguenti impatti sui protocolli di produzione, fanno incrementare ulteriormente il livello di complessità dell’intero sistema.

Per rimanere competitivi e gestire efficacemente la complessità, il livello tecnico dei floricoltori deve innalzarsi di conseguenza, rendendo necessaria l’acquisizione di nuove conoscenze. Ad esempio, pratiche come il monitoraggio e l’adozione di strumenti digitali rappresentano sempre di più dei mezzi di supporto fondamentali.

La difesa integrata, conosciuta anche come IPM (dall’inglese Integrated Pest Management) nasce con lo scopo di introdurre in agricoltura il concetto di integrazione di tutte le soluzioni disponibili per il controllo dei patogeni dannosi e dei parassiti, dalle pratiche agronomiche fino ai mezzi fisici, biologici e chimici. Il fine ultimo è quello di ottenere produzioni sane con il minor impatto possibile sugli agro-ecosistemi, rappresentando quindi l’anello di congiunzione tra le esigenze dei floricoltori e l’uso sostenibile dei mezzi di difesa.

Definizione Integrated Pest Management – European Commission 
Difesa integrata si riferisce a un’attenta considerazione di tutti i metodi di protezione delle piante disponibili e l’integrazione di appropriate misure volte a contrastare lo sviluppo di organismi dannosi e riservare l’utilizzo di prodotti per la protezione delle piante e altre forme di intervento a livelli economicamente ed ecologicamente giustificati e ridurre o minimizzare il rischio per la salute umana e l’ambiente. La difesa integrata enfatizza la crescita di una coltura sana con il minor impatto possibile per gli agro-ecosistemi e incoraggia i meccanismi di controllo naturale.

A rimarcare l’importanza della difesa integrata nell’agricoltura moderna interviene anche il Parlamento Europeo e del Consiglio, che con la Direttiva 2009/128/CE istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’uso sostenibile degli agrofarmaci. La direttiva prevede, all’articolo 14 comma 4, che gli Stati membri descrivano nei rispettivi piani d’azione nazionali il modo in cui essi assicurano che tutti gli utilizzatori professionali di agrofarmaci attuino i principi della difesa integrata riportati nell’allegato III al più tardi il 1° Gennaio 2014 (https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:309:0071:0086:it:PDF).

L’adozione dell’approccio integrato in azienda è quindi previsto anche dal nostro ordinamento giuridico!

piramide difesa integrata

Nei prossimi articoli, che saranno pubblicati nel corso del 2023, tratteremo temi inerenti la difesa integrata, affrontando di volta in volta gli elementi chiave che la caratterizzano. Si parlerà più in dettaglio dell’approccio IPM, dei diversi strumenti utilizzati nella difesa integrata (come ad esempio i mezzi di bio-controllo), di come integrare strumenti convenzionali e mezzi biologici, e approfondimenti su specifici prodotti biologicals. Non mancheranno esempi pratici e casi studio che ci aiuteranno a comprendere meglio come adottare efficacemente queste tecniche in azienda. Vedremo anche come in Syngenta la ricerca scientifica e la sperimentazione giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuove soluzioni, e come il successo della difesa integrata dipenda da un continuo gioco di squadra tra i diversi operatori del settore florovivaistico.

Non mi resta che augurarvi un buon anno e darvi di nuovo il benvenuto nel nostro Blog.

 

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Author

Alessandro Aquino
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Syngenta Italia