Nel carcere di Alba presentato il libro Valelapena
Presentato il libro fotografico su “Valelapena” il vino prodotto dai detenuti del carcere di Alba
È stato presentato oggi presso la Casa di Reclusione “Giuseppe Montalto” di Alba il libro fotografico “Valelapena. Storie di riscatto dal carcere di Alba” a cura del fotografo Armando Rotoletti e del giornalista Luigi Dell’Olio. Il libro racconta l’esperienza di Valelapena, vino prodotto dai detenuti ospitati dalla struttura albese con il contributo di Syngenta, che ha promosso anche la pubblicazione.
L’idea nasce nell’autunno del 2009. Giovanni Bertello, che da alcuni anni lavora come insegnante e tecnico agronomo nel carcere di Alba, chiede all’amico e manager di Syngenta Paolo Lambertini di aiutarlo a mettere a punto un progetto di produzione di vino con le uve coltivate all’interno del carcere. Ne parlano con il direttore del carcere Giuseppina Piscioneri e gli educatori, così, poche settimane dopo, sono pronti il piano didattico e la convenzione con Syngenta, che si impegna a fornire supporto economico, sementi, prodotti per l’agricoltura e know-how per le lezioni. Il progetto coinvolge 15 detenuti all’anno che all’interno del carcere seguono un corso per ottenere la qualifica di operatore agricolo e coltivano la vite: nebbiolo nera, barbera nera, dolcetto e cortese. Alla vinificazione ci pensa l’Istituto Enologico di Alba per una produzione di 1.400 bottiglie all’anno di un rosso rubino dal sapore morbido.
Oltre la finalità produttiva e commerciale, il progetto ha come obiettivo principale il recupero sociale dei detenuti che, attraverso la qualifica e l’attività svolta, hanno la possibilità di sviluppare le competenze e l’esperienza necessarie per essere impiegati nel settore viticolo della zona una volta ultimata la pena. Gli altri enti coinvolti sono l’istituto enologico Umberto 1° di Alba, che svolge il processo di vinificazione, imbottigliamento ed etichettatura; la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri ONLUS, che assicura la formazione professionale regionale per Operatori agricoli e il Gruppo Operativo locale composto da Amministrazione Penitenziaria, Enti locali, Servizi Sociali e Sanitari, coordinato dai Comuni di Alba e Bra.
Alla presentazione del libro era presente il vice ministro alla Giustizia Enrico Costa, oltre ai dirigenti e agli educatori del carcere e agli enti coinvolti nel progetto.
«Si tratta di un’iniziativa importante, perché ci consente di tenere alta l’attenzione su un principio guida che deve sempre orientare l’operato di chi si occupa di Giustizia: il lavoro all’interno del carcere consente un reinserimento sociale più agevole e, di conseguenza, un tasso di recidiva molto inferiore», ha dichiarato Enrico Costa, Vice Ministro alla Giustizia. «Ispirati da questa esperienza, dovremo fare ancora molti passi avanti in tema di lavoro dei detenuti a livello organizzativo, strutturale e normativo. Solo così il carcere diventerà davvero il luogo dove si ricostruisce la capacità della persona di relazionarsi con gli altri. Solo così la rieducazione del detenuto rappresenterà veramente il motore che alimenta la macchina del nostro sistema penitenziario»
«La validità di questo progetto sta nell’offrire una professionalità in campo agricolo spendibile anche al termine della carcerazione. Fondamentale è stato il sostegno di Syngenta. Questa collaborazione, probabilmente unica nel panorama carcerario italiano, ha permesso di superare momenti di difficoltà burocratiche e finanziarie che avrebbero compromesso la continuità del progetto». ha aggiunto Giuseppina Piscioneri, Direttrice della Casa di Reclusione Giuseppe Montalto di Alba. «Un altro soggetto essenziale nella produzione del nostro vino rosso Valelapena è l’agenzia formativa Casa di Carità Arti e Mestieri di Fossano, che ogni anno garantisce la formazione per ottenere la qualifica professionale di operatore agricolo a circa 15 detenuti. Quest’anno si è creata, inoltre, una sinergia con il Centro Territoriale per l’istruzione in età adulta che ha consentito ad alcuni corsisti di acquisire contestualmente la Licenza Media. Un merito particolare va anche all’Istituto enologico senza il quale le nostre uve non avrebbero trovato la giusta collocazione tra le bottiglie “albeise”. Infine, un riconoscimento va al gruppo di educatori e ai tecnici agrari che in questi anni hanno profuso tutto l’impegno possibile per sostenere e ampliare le azioni del progetto. L’insieme delle forze ha consentito di far conoscere Valelapena ad un vasto pubblico ben oltre i confini di Alba a testimonianza del fatto che anche il tempo trascorso in carcere può portare qualcosa di positivo per tutti»
«Protagonista silenzioso di questo grande progetto è la Polizia Penitenziaria che ogni giorno incessantemente, con orgoglio e con grande senso di responsabilità, garantendo la Sicurezza, permette che tutto ciò possa realizzarsi», ci ha tenuto a precisare Alessandro Catacchio, Comandante della Polizia Penitenziaria. «Infatti, non si può concepire alcuna attività trattamentale se non garantendo la Sicurezza intesa non come passiva sorveglianza dei detenuti, o assoluto controllo degli stessi, ma come “conoscenza“ di questi cercando di prevenire qualsivoglia atto turbativo dell’ordine e della sicurezza. Ed è in una situazione di emergenza, in cui ai pochi uomini a disposizione si sommano le carenze finanziarie e strutturali, che la Polizia Penitenziaria si fa forza andando oltre gli ostacoli e riscoprendo un nuovo modello di sorveglianza cosiddetta “dinamica” in cui gli operatori sono chiamati a riscoprire il senso dell’osservazione, della conoscenza del detenuto finalizzata, non solo a tutelare la Sicurezza, ma anche a fornire all’equipe di osservazione tutti gli elementi utili per una più giusta valutazione del soggetto».
«Come Syngenta lavoriamo da sempre per promuovere un modello di Agricoltura Responsabile, che integra agricoltura produttiva, rispetto dell’ambiente e attenzione alle esigenze delle persone e delle comunità nelle quali operiamo. A livello mondiale abbiamo lanciato un ambizioso piano, The Good Growth Plan, che consiste in una serie di impegni concreti per il futuro dell’agricoltura con i quali vogliamo raggiungere precisi obiettivi per contribuire alla sicurezza alimentare, alla salvaguardia dell’ambiente e alla formazione in campo agricolo. Crediamo nel ruolo fondamentale dell’agricoltura per la nostra economia e per il nostro tessuto sociale, e l’educazione è uno dei pilasti del nostro piano, come elemento chiave per cambiare radicalmente le cose. Da questo comune impegno nostro e dei nostri partner, partendo dalle amicizie e dalle idee innovative e coraggiose da esse nate, abbiamo cominciato a sostenere Valelapena, abbiamo abbracciato questo progetto con entusiasmo e continuiamo a farlo. Siamo orgogliosi di far parte di una squadra così motivata e affiatata», ha concluso Cristina Marchetti, Responsabile Regulatory e Corporate Affairs Syngenta Italia.
Il vino Valelapena può essere acquistato direttamente dal Carcere al prezzo di € 5 a bottiglia più i costi di spedizione scrivendo una mail a cc.alba@giustizia.it. Il libro “Valelapena, storie di Riscatto dal carcere di Alba” sarà disponibile su richiesta, fino ad esaurimento scorte, inviando un’email a rosa.granitto@syngenta.com.