Fungicidi e strategie antiresistenze: alternare per vincere

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Dal momento in cui la vite diviene suscettibile alla peronospora, quando i germogli sono lunghi almeno 10 centimetri, ogni pioggia può innescare l’avvio dei cicli biologici del patogeno. Questo andrà poi controllato sino in pre-raccolta, imponendo programmi di difesa lunghi e il più possibile diversificati quanto a tipologie di fungicidi impiegati. 

Sostanze attive diverse, diverse attitudini

La difesa dalla peronospora deve poter contare su due punti chiave:

  • Differenti meccanismi di azione sui processi metabolici del patogeno.

  • Differenti comportamenti sui e nei tessuti della coltura.

Nel primo caso, alternando o miscelando sostanze attive a meccanismo d’azione diverso si impedisce alla peronospora di sviluppare resistenze verso una o più specifiche molecole. Nel secondo caso, la differenza di comportamento delle sostanze attive permette di realizzare difese “multistrato” tali da bloccare le infezioni sia sulle superfici fogliari, sia all’interno dei tessuti vegetali stessi. Le differenze attitudinali delle singole sostanze attive diverranno in tal modo garanzia della massima efficacia in campo, come pure una solida barriera ai fenomeni di resistenza citati. 

Prodotti di contatto: prima barriera difensiva

Fra i prodotti di tipo preventivo che agiscono per contatto si evidenzia folpet, caratterizzato da un’attività multi-sito che ha permesso di classificarlo nel gruppo FRAC M04. In sostanza, folpet inibisce contemporaneamente su diversi processi enzimatici e metabolici del patogeno, impedendogli di sviluppare resistenze. 

Dal punto di vista fisico-chimico, folpet appartiene alla famiglia chimica delle ftalimidi ed esplica la propria azione principalmente a carico delle spore. Sulla superficie fogliare crea infatti un film protettivo efficace e duraturo, garantendo una buona persistenza d’azione grazie alla sua ottima affinità per le cere vegetali, garanzia di maggior tenuta al dilavamento in caso di piogge. 

Inoltre, folpet contribuisce a controllare avversità diverse dalla peronospora, come per esempio carie bianca, eutipiosi ed escoriosi, possedendo un'apprezzabile attività collaterale anche contro oidio e black-rot. Infine, fra le azioni secondarie di folpet, sono note quelle su Aspergillus e Penicillium, funghi produttori di micotossine in fase di pre-raccolta.

Per le sue caratteristiche intrinseche, folpet è il partner ideale da unire a sostanze attive a differente comportamento e meccanismo d’azione, come per esempio i fungicidi citotropico/translaminari e i sistemici. Tali miscele saranno quindi i pilastri portanti della prima parte delle strategie antiperonosporiche, cioè dall’apertura dei programmi fino alla fioritura.

Translaminari a uso preventivo

Sebbene i prodotti di contatto come folpet siano da sempre riferimenti tecnici contro la peronospora della vite, una sola barriera spesso non basta contro una malattia particolarmente aggressiva e dalla presenza pressoché continua sotto forma di spore e miceli. Per tali ragioni è bene che i programmi di difesa contemplino anche sostanze attive ad azione translaminare tali da realizzare un ulteriore livello difensivo all’interno dei tessuti vegetali. In tal senso il candidato ideale è mandipropamid, il cui meccanismo d’azione si esplica a carico della biosintesi della parete cellulare, inibendo gli enzimi adibiti alla sintesi della cellulosa (gruppo FRAC 40 - H5). 

Mandipropamid appartiene infatti alla famiglia delle mandelammidi e si qualifica come specialista contro diversi Oomiceti fitopatogeni. Oltre a Plasmopara viticola, infatti, controlla anche Phytophthora infestans, Pseudoperonospora cubensis e Bremia lactucae. Contro di esse agisce prevenendo sia la germinazione delle spore, sia la crescita del micelio e quindi anche la sua successiva sporulazione. 

Le sue caratteristiche fisico-chimiche le conferiscono inoltre un’eccellente affinità per le cere, aspetto che si traduce a sua volta in una spiccata resistenza al dilavamento oltre che una maggior tenuta agli abbassamenti termici causati da ritorni di freddo. Dalle cere, però, mandipropamid riesce comunque a permeare progressivamente la lamina fogliare, proteggendo la foglia durante la sua fase di espansione e sviluppo. Sebbene mandipropamid vada utilizzata in chiave preventiva, la sua duplice attitudine permette il controllo del patogeno anche durante il suo periodo di incubazione.

Le strategie antiresistenza

Le caratteristiche sopra esposte si possono incontrare in PERGADO® F, soluzione particolarmente efficace proprio nelle fasi di apertura dei programmi antiperonosporici. Autorizzato fino a 4 trattamenti per stagione, PERGADO® F trova il massimo della sua espressione quando inserito in strategie che contemplino anche prodotti aventi caratteristiche complementari, sia come meccanismo di azione, sia come comportamento sulla pianta.

In tal senso sono disponibili prodotti citotropico/translaminari o sistemici che possono prestarsi ottimamente all’alternanza con PERGADO® F. Ciò permette alla vite di giungere a fioritura sana e ottemperando al contempo alle più razionali strategie antiresistenza esistenti. 

Da solo o in miscela

Dal 2024 sarà anche disponibile FALTEX® 50 SC, una sospensione concentrata che contiene 500 grammi per litro di folpet. La nuova soluzione presenta una elevatissima miscibilità e stabilità, aspetti che lo propongono sia per gli usi da solo, sia in miscela con altri antiperonosporici a differenti comportamenti sulle piante, come per esempio quelli citotropico/translaminari o quelli sistemici. 

 

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