Linea Azotobacter: azoto dove serve, quando serve

Prodotti
Azotobacter Salinestris syngenta

I nuovi orientamenti normativi europei, fatti propri dall’Italia, prevedono il massimo rispetto per l’ambiente da raggiungersi anche tramite un più accurato impiego degli input agricoli, cioè agrofarmaci e fertilizzanti. A tale scopo sono state individuate alcune aree sensibili ove l’obiettivo è tutelare ambiente e biodiversità. Fra queste ricadono i siti cosiddetti “Natura 2000” a cui si aggiungono le aree in cui massima deve essere la tutela delle acque. Per esempio, a favore di queste ultime sono state istituite le aree ZVN, acronimo di zone vulnerabili ai nitrati, previste dalla Direttiva 2000/60/CE. In tali aree non si guarda solo alle possibili immissioni di azoto nelle acque, bensì è stato anche proibito l’uso di agrofarmaci a meno di tre metri dal corso d’acqua. 

Peraltro, la quota di aree sensibili sulla SAU italiana è molto elevata: se il 12% della SAU ricade nelle aree “Natura 2000”, in alcune regioni la percentuale a ZVN supera l’80%. Ciò avviene per esempio in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con l’Emilia Romagna che supera il 60% e il Piemonte che sfiora il 40%. Mediamente, la percentuale nazionale di SAU a ZVN è intorno al 32%. Quindi i limiti imposti riguardano praticamente ogni regione, sebbene a diverso grado di intensità. 

Fare di più, con meno

I fabbisogni nutrizionali delle colture vanno però soddisfatti in modo puntuale, pena il mancato raggiungimento di rese soddisfacenti. In special modo l’azoto è fondamentale per lo sviluppo delle piante e per la loro produttività finale, sia quantitativa, sia qualitativa. Opportunamente somministrato, l’azoto permette infatti di massimizzare la resa finale in biomassa, soprattutto in termini di proteine. Una sua scarsa disponibilità genera quindi drastici cali produttivi. 

Le recenti sfide ambientali poste all’agricoltura richiedono quindi di ottemperare ai nuovi orientamenti di tipo ecologico senza perdere produttività e in tal senso un significativo aiuto viene dalla microbiologia. A conferma, alcune specie batteriche hanno stabilito nel tempo specifiche simbiosi con le piante, estraendo azoto dall’aria e trasferendolo al capillizio radicale. Ciò però avviene in natura solo con le leguminose, mentre tale interazione benefica non si registra nei cereali. 

La Linea Azotobacter

In natura esistono però specie di batteri capaci di insediarsi direttamente nei tessuti delle colture, inclusi i cereali, operando il processo di cattura e trasferimento dell’azoto direttamente dove serve, cioè nei tessuti fotosintetizzanti. Massimizzare tali benefiche interazioni permette quindi di somministrare azoto alle colture senza aumentare gli input di concimi. Un obiettivo che per essere centrato necessita però di soluzioni tecnologicamente evolute ed efficaci, come la gamma di prodotti afferenti alla Linea Azotobacter di Syngenta.

In essi è contenuto Azotobacter salinestris (ceppo 9690), un ceppo selezionato fra i molti disponibili poiché presenta caratteristiche peculiari che lo rendono particolarmente efficace una volta somministrato alle colture. Per esempio, il ceppo CECT 9690 mostra una superiore capacità di catturare l’azoto atmosferico e di trasferirlo ai tessuti vegetali. Ciò permette alle piante di beneficiare di una dose extra di azoto, massimizzando in tal modo i propri processi metabolici. 

I vantaggi della Linea Azotobacter

Oltre a garantire rese superiori in condizioni ottimali, le somministrazioni dei prodotti della Linea Azotobacter migliorano anche la risposta delle piante ai diversi stress che si possono verificare nel corso dell’anno, come per esempio quelli generati da valori sfavorevoli di pH e salinità, oppure a fronte di temperature non ottimali. Circa queste ultime, il ceppo CECT 9690 di Azotobacter salinestris entra in stasi al di sotto dei -20 °C, trovando il proprio optimum termico fra i 4 e i 10 °C.

Nelle normali condizioni ambientali in cui si sviluppano le colture il ceppo CECT 9690 di Azotobacter salinestris attiva le sue virtuose interazioni con le piante a poche ore dall’applicazione, colonizzando velocemente i tessuti nel volgere di soli 7 giorni. Ciò grazie alla capacità di moltiplicarsi sino a 100 volte rispetto alla dose somministrata alle colture, nelle quali resterà poi metabolicamente attivo fino a 60 giorni. 

Quando, quanto e come somministrare i prodotti della Linea Azotobacter

Cereali a paglia e mais sono le colture che più traggono benefici dalle somministrazioni dei prodotti della Linea Azotobacter.

  • Quando: le applicazioni vanno posizionate nei momenti in cui le piante ne possono trarre il massimo vantaggio. Nel frumento la finestra applicativa consigliata va dall’inizio accestimento sino all’inizio della levata, mentre nel mais cade fra le 3 e le 6 foglie vere. 

  • Quanto: la dose di impiego per cereali a paglia e mais è di 50 g/ha, da diluirsi in 200-300 litri di acqua il cui pH va mantenuto fra 5,5 e 6, cioè il range ottimale per questi batteri. 

  • Come: la somministrazione dei prodotti della Linea Azotobacter è contestuale alle applicazioni di erbicidi di post-emergenza di mais e cereali, a tutto vantaggio della massima semplificazione dell'operatività aziendale. I formulati di Syngenta a base di Azotobacter salinestris ceppo CECT 9690 sono infatti compatibili con la quasi totalità degli agrofarmaci presenti sul mercato e sono conservabili fino a 24 mesi senza refrigerazione.

Così operando si apportano alle piante quantitativi di azoto equivalenti alla somministrazione di 30-35 unità d'azoto su frumento e di 50-60 unità di azoto nel mais. Un vantaggio che può essere ulteriormente esaltato dall’aggiunta di specifici biostimolanti ad azione prebiotica, capaci cioè di amplificare l’efficienza delle piante nello sfruttamento dell’azoto ricevuto. 

Rese da pesi massimi

I vantaggi dei prodotti della Linea Azotobacter si apprezzano anche quando a beneficiarne sono colture che già di per sé mostrano rese molto elevate, poiché le loro elevate potenzialità produttive fanno aumentare coerentemente le esigenze nutrizionali. Per esempio, l’alta vocazione produttiva di un ibrido di mais alto-prestazionale rischia di non esprimersi al meglio in caso la disponibilità di azoto non sia equivalente alla richiesta fisiologica delle piante. In tal caso, contare sull’apporto extra di azoto fornito dalla Linea Azotobacter permette all’ibrido di raggiungere pienamente i propri massimi produttivi.

In tal senso spicca SY KURSOR, Classe FAO 500 capace di produzioni di granella “First in Class”, come dimostrano le prove svolte nel 2023 presso la Fondazione Podere Pignatelli, azienda sperimentale di Villafranca Piemonte (TO): posto a confronto con gli ibridi di pari ciclo, SY KURSOR è risultato primo in produttività sfiorando i 178 q/ha (14% U.R.). Un dato, questo, superiore di quasi 32 q/ha alla media ottenuta all’interno della stessa classe FAO.

Caratterizzato da un apparato radicale estremamente forte e sviluppato, SY KURSOR assicura elevate produzioni di granella in tutti gli ambienti grazie all’elevato numero di ranghi delle spighe e a una granella che rimane sana fino alla raccolta. Eccellente risulta infatti la sua resistenza alla piralide, come pure rapido appare il dry down al termine dei 125 giorni di ciclo. 

Scarica il depliant della Gamma Azotobacter

Scopri Kursor: https://www.syngenta.it/kursor