Botrite: Syngenta al fianco dei viticoltori

Comunicato stampa

Lo scorso 29 aprile, presso la tenuta Contadi Castaldi in Franciacorta, si è svolto il Technical Workshop “La gestione della botrite nella vite da vino”, organizzato da Syngenta in collaborazione con L’informatore Agrario

Agronomia, enologia ed economia: questi i tre volti della viticoltura di qualità, che Syngenta ha voluto discutere intorno al medesimo tavolo, dal momento che la botrite presenta aspetti che vanno oltre la semplice lotta in vigneto ed implica la conoscenza dei potenziali risvolti negativi su prodotti ad altro valore aggiunto come i vini italiani d’eccellenza.

Nel corso della riunione sono stati condivisi con gli oltre 100 partecipanti importanti aggiornamenti tecnici relativi alla biologia ed epidemiologia della botrite, alle tecniche di gestione chimica ed agronomica in campo, all’ impatto della botrite e dei marciumi secondari sul profilo sensoriale dei vini e sui risultati economici di vigneto e cantina.

Il programma scientifico del convegno


All’incontro sono convenuti ricercatori ed esperti di fama nazionale, come Annamaria Vercesi, dell’Università degli Studi di Milano, la quale ha riassunto le caratteristiche salienti della botrite e ne ha 

icordato la complessità del ciclo e del controllo, condividendo con la platea gli aggiornamenti sulla biologia e sulla epidemiologia della malattia.
Ciro Lazzarin, della società Agri 2000, ha da parte sua approfondito gli impatti della botrite nei risultati economici del vigneto e della cantina, evidenziando come le perdite quali-quantitative siano di gran lunga superiori ai costi necessari per i trattamenti fitosanitari, stimabili in pochi centesimi di euro per litro di vino. La sessione dedicata alle problematiche di cantina ha visto invece l’intervento di Christian Fabrizio, di “Autoctono”, il quale ha permesso di soppesare con una serie di assaggi comparativi gli impatti aromatici delle infezioni da Botrytis cinerea e dei marciumi secondari correlati. 

Gli aspetti tecnici legati al controllo della botrite in campo sono stati invece condivisi tramite una tavola rotonda, la quale ha permesso il confronto fra diverse esperienze maturate in areali vinicoli italiani di pregio. Gli interventi hanno visto infatti i contributi di Albino Morando e Simone Lavezzaro, di VitEn, di Gabriele Posenato, di Agrea, e di Massimo Scannavini, di Astra. Le loro testimonianze hanno permesso di acquisire differenti prospettive tecniche che abbracciano rispettivamente i vigneti del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia-Romagna, ovvero le aree dove la botrite può arrecare danni fra i più seri. 

Da parte sua Domenico D’Ascenzo, del Servizio Fitosanitario della Regione Abruzzo, ha fornito invece i più recenti aggiornamenti in materia di disciplinari regionali di lotta integrata, tema questo in continua evoluzione e d’importanza strategica per chi produca vini in un’ottica di qualità.

SWITCH: la soluzione Syngenta contro la botrite


Presentate nel corso del convegno anche le linee tecniche di Syngenta contro questa pericolosa malattia, che trova in SWITCH la soluzione capace di controllarla in ogni fase fenologica della coltura. 
SWITCH è da anni il prodotto di riferimento per i viticoltori nella lotta contro la botrite e nel tempo ha dimostrato risultati sempre costanti, mantenendo alte le sue prestazioni.
Grazie all’azione mostrata contro i funghi saprofiti, fondamentalmente aspergilli e penicilli, SWITCH è in grado di prevenire la formazione di ocratossine e di sostanze foriere di gusti e odori sgradevoli, come per esempio la geosmina. 
Infine, il vino prodotto con uve protette da SWITCH può essere esportato in diversi Paesi del mondo (USA, Canada, Russia. Giappone solo per citarne alcuni), grazie ad una vasta piattaforma registrativa e ai residui conformi ai requisiti della filiera.