L’importanza del monitoraggio nella difesa integrata

Syngenta per il florovivaismo

Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza di integrare i “biologicals” all’interno dei programmi di difesa e di come le peculiarità di questi strumenti rendano necessarie una serie di conoscenze specifiche. Le caratteristiche dei biologicals, spesso rappresentati da microrganismi e soggetti quindi alle condizioni climatiche e ambientali, rendono particolarmente complessa la gestione della difesa in azienda. Un attento e continuo monitoraggio delle patologie e dei parassiti risulta quindi indispensabile al fine di massimizzare l’efficacia dei programmi di difesa integrati.

Innanzitutto, è importante precisare che il monitoraggio non ha un’azione diretta sul controllo delle fitopatie, ma rappresenta uno strumento decisionale. In altre parole, questa tecnica ci permetterà di ottenere una panoramica quanto più chiara della situazione fitosanitaria in campo, e ci consentirà di pianificare il programma di difesa in maniera mirata ed efficace. Ricordiamo infatti che intervenire preventivamente è la prerogativa di un programma di difesa integrata di successo.

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Il monitoraggio richiede quindi una pianificazione: l’attività deve rientrare tra quelle di “routine” in azienda, e non deve essere effettuata occasionalmente. La conoscenza delle caratteristiche della coltura, così come dei cicli biologici dei patogeni e dei parassiti chiave, ci permetterà di pianificare questa attività durante l’anno.

Analizziamo adesso i principali strumenti di monitoraggio a disposizione dei floricoltori.

Nel caso del controllo dei parassiti (insetti, acari e artropodi vari), esistono diversi dispositivi di facile utilizzo ed interpretazione. Tra di essi, i più utilizzati sono sicuramente le trappole, di diverse tipologie:

  • cromotropiche (blu, gialle)
  • chemiotropiche
    • con attrattivo alimentare
    • a feromoni
  • luminose
  • a caduta
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Le diverse tipologie di trappole differiscono, oltre che per la modalità d’azione, anche per le caratteristiche costruttive e per la specificità degli attrattivi utilizzati. Ad esempio, per il monitoraggio del tripide si utilizzano solitamente trappole cromotropiche di colore blu, mentre per la cattura dei lepidotteri sono molto comuni le trappole a feromoni di tipo delta o ad imbuto. Negli ultimi anni, i sistemi più avanzati sono coadiuvati da strumenti di supporto digitale (videocamere, applicazioni digitali per pc e smartphone, ecc.) che facilitano le operazioni di monitoraggio e di interpretazione dei dati raccolti.

Il monitoraggio delle patologie fungine, batteriche e virali presenta maggiori criticità se comparato a quello degli insetti. Il patogeno, sottoforma di spore o altri propaguli, non è visibile nella fase pre-infettiva, e lo diventa solo quando si manifestano i sintomi. Il controllo visivo in questo caso riveste un’importanza fondamentale: la frequenza delle ispezioni visive ci permetterà di intervenire in maniera tempestiva. Negli ultimi anni, l’utilizzo di modelli previsionali (disponibili anche per gli artropodi) permette di “prevedere” la comparsa di una specifica patologia, grazie all’analisi delle interazioni che intercorrono tra la coltura, la patologia e le condizioni climatiche e ambientali. Inoltre, lo sviluppo di nuovi strumenti automatici di conta e identificazione delle spore fungine, troveranno presto larga diffusione anche nel settore florovivaistico.

Data la complessità della materia, un importante contributo può arrivare dalle consulenze specializzate. In alcuni casi, infatti, il riconoscimento di una fitopatia può risultare particolarmente difficile, specialmente nel caso in cui l’agente causale sia un fungo, un batterio o un virus. La consulenza di un tecnico, o un test diagnostico effettuato presso un laboratorio fitopatologico sono spesso un supporto importante, specialmente alla luce dei continui nuovi rinvenimenti di specie esotiche dannose sul territorio italiano.

Questi strumenti di supporto al monitoraggio non sostituiscono del tutto l’azione di controllo del floricoltore. L’ispezione visiva della coltura resta sempre un’attività importante che può aiutarci, grazie all’esperienza accumulata negli anni, a individuare i primi segnali di una problematica fitosanitaria.

Nel prossimo articolo vedremo come integrare in un programma di difesa i biologicals e le soluzioni convenzionali.

Al prossimo appuntamento!

 

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Author

Alessandro Aquino
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Syngenta Italia